Laboratori didattici di fotografia
Strapazzata dalla rivoluzione digitale, ostentata come professione da chiunque, utilizzata da tutti e da tutti temuta, sempre fedele a se stessa: al di là delle definizioni, delle omologazioni, delle mode, la fotografia, pur adattando la sua natura alla contemporaneità non cambia la sua ragione d'essere, che ne ha decretato il successo che si perpetua da più di 200 anni.
Immediatezza, facilità, condivisione sono le parole d'ordine che hanno portato la fotografia ad essere sempre più alla portata di tutti, nel corso dei decenni. Un'immediatezza leggera che coinvolge, una facilità istintiva che ne diffonde l'uso, una condivisione emozionale sempre più immediata. Una semplicità che distoglie però dalle peculiarità, dalle prerogative, che distrae dall'essenza materiale, dal valore intrinseco della fotografia come oggetto, memoria, patrimonio. Caratteristiche che rendono la Fotografia lo strumento, il processo ideale per ricordare e documentare,   a patto che se ne conoscano i meccanismi non tecnici ma empatici. Uno strumento tramite cui approfondire i nostri interessi, sondare le nostre peculiarità, seguire la nostra attitudine, assecondare le nostre possibilità, testimoniare e raccontarci.
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La palestra del mercoledì
 Dove sviluppare e affinare i propri strumenti tecnici e culturali al meglio 
e praticare la propria passione per la fotografia con soddisfazione. 
Un laboratorio bimensile di approfondimento con:
- Lezioni tematiche di tecnica e cultura fotografica
- Analisi di storia, stili, autori
- Confronto e studio di progetti personali e collettivi
- Letture portfolio
- Incontri con ospiti
- Introduzione e mantenimento alla pratica quotidiana della fotografia
- fine-tuning del proprio stile narrativo
Frequenza:
2 ore ogni due mercoledì dalle 20 in poi
Partecipazione a:
 singolo incontro 30 euro (15 €/h)
3 incontri consecutivi 80 euro (13,30 €/h)
abbonamento a 12 incontri su 14 a calendario
300 euro (25/cad - 12,5 ora)
online 50% off
Calendario appuntamenti e programma contenuti - 2025
Ogni incontro prevede una sessione di domande/risposte, una discussione su argomenti proposti dai partecipanti e una lezione sull’argomento indicato che si svolgerà su più date.
Le tematiche sono proposte con un ordine logico, come si trattasse di un unico ciclo di incontri.
aprile 9 - Prima e dopo lo scatto la gestione dei files dalla produzione all'archivio 1a parte
aprile 16 - Prima e dopo lo scatto la gestione dei files dalla produzione all'archivio 2a parte
maggio 7 - Creare un portfolio, le basi
maggio 21 - incontro con un ospite da definire
giugno 4 - book club - un autore attraverso i suoi libri
giugno 18 - compiti per le vacanze
 settembre 10 - un laboratorio per l’autunno/inverno: impostazione di un gruppo di lavoro tematico
settembre 24 - Creare un portfolio, l’editing
ottobre 8 - 
ottobre 22 -
novembre 5 -
novembre 19 -
dicembre 3 -
dicembre 17 -

10 posti diponibili in presenza

per info e iscrizioni invia un 
whatsapp al 3477621805
mail a studio@lucanizzolitoetti.com

Personal tutoring
la giusta attenzione ai tuoi progetti fotografici, per sviluppare al meglio la tua idea, fino alla pubblicazione più consona, convogliando le tue energie nella giusta direzione. 
Incontro tête-à-tête di 1 ora - 50 euro
dal secondo entro 3 mesi dal primo 35 euro
per maggiori informazioni 
e prenotazioni
whatsapp al 3477621805
mail a studio@lucanizzolitoetti.com
tuo, Sergio.
Ma anche Mario, Tina, Gabriele, Gerda, Robert, Paul, e tanti altri: siamo tutti nipoti di grandi nonne e nonni dal cui retaggio attingiamo per guardare alle nostre passioni con più lucidità e consapevolezza. La lettera qui di seguito è un esempio di questa eredità, fatta di fotografie, parole e idee: gli affettuosi consigli di Sergio Larrain a suo nipote per iniziare a fotografare e quindi osservare, affrontare il mondo in modo diverso. Parole che valgono anche per i fotografi più navigati che spesso dimenticano la natura del loro mestiere cedendo alle lusinghe di un effimero compiacimento virtuale. 
Parole di cui facciamo tesoro nell'affrontare i percorsi didattici di alfabetizzazione alla fotografia e i nostri laboratori di pratica quotidiana. 
La prima cosa è avere una macchina che corrisponda al nostro gusto, quella che più ti piace, perché si tratta di provare una soddisfazione fisica con ciò che si ha tra le mani, lo strumento è la base per chi si dedica ad una professione e che sia essenziale, l’indispensabile e nulla più. Secondo, prendere un ingranditore a piacere, il più utile e semplice possibile, per il formato 35mm. Il più piccolo fabbricato dalla Leitz è il migliore, ti durerà per tutta la vita.
Il gioco inizia quando si parte all’avventura, come un veliero dispiega le vele; andare a Valparaiso o a Chiloé, vagare tutto il giorno per le strade, per posti sconosciuti, sedersi quando ci si affatica sotto un albero, comprare una banana o del pane e prendere il primo treno, guardare, disegnare anche, e tornare a guardare, uscir fuori dal conosciuto, entrare nel mai visto, lasciarsi guidare dal piacere; di lì a poco troverai cose che ti susciteranno immagini, prendile come apparizioni.
Quando sarai di ritorno a casa, sviluppa, stampa e inizia a guardare ciò che hai pescato, tutti i pesci.                     Li stampi in forma di cartoline e li attacchi al muro, poi inizia a giocare con la “L”, a cercare tagli e inquadrature, tutto questo guardare ti guiderà all’osservare. Quando sei sicuro che una foto non sia buona, cestinala! Prendi le migliori e ponile in una posizione più alta sul muro; bisogna ritrovarsi solo con le buone, salvare il mediocre fa sprofondare nella mediocrità, la psiche si fa carico di tutto ciò che non si elimina.
Fatto ciò dedicati a della ginnastica, intrattieniti con altre cose, senza più preoccuparti; inizia a guardare i lavori degli altri fotografi e a cercare qualcosa di buono in tutto ciò che ti ritrovi tra le mani: libri, riviste, prendi il meglio, se puoi ritaglia, prendi ciò che ti interessa e attaccalo al muro, affianco alla tua produzione; se non ti è possibile ritagliare, ciò che hai di buono lascialo in esposizione, lascialo lì per settimane, mesi; si tarda molto ad apprendere ad osservare, però pian piano scoprirai il segreto. Continua la tua vita tranquillamente, disegna un po’, esci a passeggiare. Non sforzarti mai a fotografare, cosi’ facendo perderai la poesia, perderai il sentimento. E’ come forzare l’amore o l’amicizia, non si può.
Quando resusciterai lo saprai, e potrai partire per un nuovo viaggio, un nuovo vagabondare: va a Porto Aguirre, scendi al Baker a cavallo fino ad Aysen. Valparaiso è sempre meravigliosa, è perdersi nella magia, perdersi vari giorni rincorrendo le strade e i pendii. Non farti prendere da ciò che è convenzionale, lasciati portare solo per il gusto di osservare, le apparizioni si faranno più chiare e le fotograferai con più attenzione, riempi il tuo carretto di pesci e torna a casa. Imparerai a mettere a fuoco, a usare il diaframma, ad inquadrare.
Apprenderai a giocare con la macchina e le sue possibilità ed aggiungerai poesia. Raccogli tutto ciò che trovi di buono, creati una collezione di cose ottime, un piccolo museo in un astuccio. Segui il tuo gusto e nulla più,     non credere a ciò che non ti appartiene, la vita sei tu e la vita è quel che si sceglie; ciò che non sia di tuo gusto, scartalo, non ti serve, tu sei il tuo unico criterio, guarda comunque agli altri, apprenderai....
Quando avrai una foto realmente buona, la ingrandisci, ne fai una stampa e la fai incorniciare, mettere                  in esposizione è dare qualcosa, come dar da mangiare, è giusto mostrare agli altri ciò che si è fatto con fatica ma con passione, non è peccare di superbia, fa bene, è sano per gli altri e per te, perché ti da credito. Con questo hai sufficienti dritte per iniziare, si tratta di vagabondare, star seduti sotto un albero, si tratta di perdersi nell’universo, si inizia a guardare diversamente. Il mondo convenzionale ti mette il paraocchi, bisogna uscirne durante il “momento della fotografia”.
Tuo, Sergio
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